GAY FEET SLAVE:ANTONIO-EDUARDO TRAMPLING

Quest’oggi vi posto la storia di Antonio, uomo napoletano tutto d’un pezzo che mai aveva pensato di avere esperienze gay, ma quando il suo amico Eduardo gli chiede di massaggiargli i piedi…Sotto l’immagine questa storia a tema gay feet slave e trampling.

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” In anonimo per favore, mi chiamo Antonio e sono un napoletano del quartiere Sanità, ho una moglie dei figli e 45 anni. In palestra ho conosciuto due anni fa Eduardo, un ragazzo di 25 anni molto ricco di famiglia con una mega casa con piscina, e anche se c’è differenza d’età siamo diventati proprio amici, ci mandiamo anche i video divertenti su whatsapp e i buongiorni.

Abbiamo entrambi la barba, ma io ho la pancetta e sono bassino, mentre lui è più di due metri, gioca a basket e tutte le ragazze gli vanno dietro.

Spesso mi invita da lui e stiamo in piscina insieme o giochiamo a tennis nel campo che ha a casa fuori napoli. L’altro giorno eravamo usciti dalla piscina ed eravamo in costume, e lui ha detto che gli facevano male i piedi che aveva corso troppo.

Io ho detto ah dovresti rilassarti sul lettino, lui si è messo steso e mi ha detto guardandomi negli occhi se gli facevo un massaggio ai piedi.

Io ero imbarazzato non si è mai visto che un uomo come me faccia ste cose, ma per me è un amico e ho detto di si. Ho preso il piedone in mano e ho toccato tutta la pianta e le dita, e lui mi guardava ed era soddisfatto.

Io gli ho detto va bene così? e lui ha detto si bravo continua, e io ho continuato.

Poi lui si è alzato in piedi e mi ha detto che sono stato bravo, e mi ha chiesto se mi inginocchiavo.

Io ho riso e ho detto perchè? lui non ha riso e ha detto dai fallo piccoletto( mai mi aveva chiamato così)

Mi sono abbassato e lui subito mi ha messo i piedoni addosso, e mi ha pressato sul pavimento.

Io ho detto hei che fai, ma lui mi ha messo i piedi in faccia e ha detto lecca.

Io ho leccato per dieci minuti, poi ha detto ora basta e mi ha dato la mano per farmi rialzare.

Poi mi ha detto che apprezza molto la mia amicizia, e se è lo stesso per me.

Io ero arrossito ma ho detto è importantissima per me la tua amicizia.

Lui mi ha abbracciato e poi siamo usciti a cena insieme!

La cosa mi ha stupito e continuo a pensarci, secondo voi è tradimento verso mia moglie? A me piace molto l’amicizia di Eduardo non vorrei perderla”

Il tuo amico Eduardo sembra veramente un master! ma non hai chiarito se a te piace essere slave o no! Aspetto una seconda email che spiega se a te è piaciuto o no hahah

Commentate con la vostra opinione su questa storia a tema gay feet slave e trampling!

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OMOFOBIA TEMA STORIA OMOFOBI SIGNIFICATO

Quest’oggi vi posto la storia di Nadir, un giovane omosessuale di genitori africani ma che vive a Milano, e ha subito la discriminazione gay. Un’altra storia a tema omofobia, purtroppo

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“Buonasera io sono un uomo gay passivo di Milano, ho genitori che sono dell’Africa , ho 20 anni e mi chiamo Nadir. Da un pò mi sto frequentando con un ragazzo italiano, e ci piace tenerci per mano quando camminiamo, e in genere non abbiamo problemi. L’altro giorno invece, stavamo belli stesi sul prato sui teli e ci tenevamo per mano, e allora una signora si è avvicinata e ci ha detto che ce ne dovevamo andare, che c’erano dei bambini li. Io non sapevo che dire, il mio compagno ha detto che non c’erano problemi e che avremmo trovato un altro posto.

Ci siamo spostati in un’altra zona del parco, e li abbiamo preso e ci siamo baciati, ma non l’avessimo mai fatto, perchè dopo neanche dieci secondi abbiamo sentito delle risate di persone, ci siamo girati e ci stavano guardando malissimo. Cosi ce ne siamo andati. Io mi rimprovero perchè non so mai cosa fare in situazioni conflittuali, devo smettere di andare in giro mano nella mano*? Io sono molto romantico e vorrei tanto farlo, ma non voglio nemmeno problemi”

Che gente del cavolo che c’è in giro! Solo questo mi viene da dire, secondo me non devi smettere di esere come sei, magari stai in comitiva così ti sentirai più sicuro! Voi cosa ne pensate? Commentate qui sotto questa brutta storia di omofobia che mostra il vero significato dell’omofobia anche a chi dice che non esiste.

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  • RACCONTO DISCRIMINAZIONE GAY E TEMA OMOFOBIA
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SOTT CAPO 3 LIBRI OMOSESSUALITA’ MASCHILE

Vi presento la terza parte del libro SOTTOMESSO AL MIO CAPO! Carlo si lascia andare sempre di più al suo giovane capo, libri omosessualità maschile gay h, leggi subito!

LEGGI QUI LA PRIMA PARTE SE TE LA SEI PERSA (libri omosessualità maschile)

LEGGI QUI LA SECONDA PARTE (libri omosessualità maschile gay h)

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Era passata una settimana da allora, e il capo era fuori dalla porta di casa, e stava inserendo le chiavi. Già pregustava quello che lo aspettava, il che era ormai diventata un’abitudine.

Una volta all’interno, trovò lo schiavo per terra, proprio dove l’aveva lasciato. Era legato, sia ai polsi che alle caviglie, ed era a pancia all’aria. Non appena lo vide, mugulò, ricordandogli un cagnolino.

Gli mostrò la busta che aveva in mano, piena di oggetti erotici che aveva acquistato, ma in quel momento non aveva voglia di usarli.

Si sedette sul divano, si tolse le scarpe, e accese la televisione.

Poi, senza degnare di ulteriori sguardi lo schiavo, gli mise i piedi in faccia, e cominciò a rilassarsi.

Carlo quella mattina si era svegliato con un umore molto diverso dal solito. Le ultime due settimane erano state di gran lunga le più strane della sua vita, e si sentiva confuso.

Da quando il nuovo capo era arrivato al lavoro, e lo aveva subito sottomesso, aveva passato quasi tutti i giorni a fargli da schiavo. Lo aveva chiamato di sera tardi, facendolo andare nel suo appartamento, e anche di mattina presto, per scoparlo prima del lavoro.

Giorno dopo giorno, si era sentito sempre più umiliato, ma anche eccitato in un certo senso. Quando il pene enorme dell’altro gli era entrato nel culo, era stato come se lo avesse risvegliato da un torpore che non sapeva di provare.

Si era sentito raschiato dall’interno, il che era stata una sensazione davvero bella, ma che lo aveva fatto sentire profondamente violato.

Sua moglie era uscita presto per andare al mercato, quindi Carlo si godè un risveglio lento, e poi si andò a fare una doccia.

Aveva cominciato a lavarsi quando sentì il telefono squillare.

Decise di fregarsene; chiunque fosse, poteva aspettare dieci minuti.

Una volta finito di squillare, il cellulare riprese subito, dopo appena tre secondi, e poi una terza volta.

Carlo era furibondo .Chi cazzo era che si permetteva di rompergli così tanto i coglioni?

Uscì dalla doccia, e non appena vide che era stato il capo a chiamarlo, gli venne un brivido, e pensò che gliel’avrebbe fatta pagare per non avergli risposto immediatamente.

Lo richiamò subito, e non appena avvertì la voce gelida del ragazzo dall’altra parte, provò subito una sensazione di lieve timore.

<<Dov’eri finito, Cardarella?>> chiese lui, lapidario.

<<Stavo facendo la doccia, capo>> rispose lui con fare un pò remissivo <<Mi dica>>

<<Oggi non si lavora>> lo informò lui << Andiamo fuori città>>

<<Come?>> chiese subito lui. Da un lato era contento di non dover lavorare, quella mattina, ma dall’altro non sapeva se il capo volesse tirargli qualche tiro mancino.

<<Basta inutili domande>> lo bloccò subito l’uomo <<Fra dieci minuti fatti trovare fuori di casa>>

Detto questo, chiuse la conversazione senza avvisare.

Carlo sbuffò, ma corse subito a finire la doccia e a prepararsi, perchè sapeva di non potersi permettere di fare tardi.

Otto minuti dopo, era fuori dalla porta. Stava riflettendo su quell’assurda situazione, e su quanto lo facesse irritare, quando vide la grande auto del capo entrare nella sua via.

Quello si fermò davanti a casa sua, e gli fece cenno di entrare.

Una volta entrato, vide il boss seduto dalla parte del guidatore, e anche se erano seduti, notò che come al solito la loro differenza di altezza era evidente.

Quel giorno indossava una camicia di lino ed una giacca nera, dello stesso colore dei suoi lunghi capelli.

<<Salve capo>> salutò Carlo, e l’altro annuì, senza dire nulla, e riprese subito a guidare.

<<Dove stiamo andando?>>

Il ragazzo non disse nulla, ma continuò a percorrere Stanton Street, evidentemente diretto fuori città.

Carlo lo fissò, ma fu ben presto chiaro che l’altro non aveva intenzione di rispondergli.

Così dovette attendere che l’auto si fermasse, e che il capo scendesse.

Carlo lo imitò, e vide che si trovavano in una stradina di campagna, con appezzamenti di terreno alternati a delle casette circondate da vasti giardini.

Erano di fronte ad una di queste ultime.

Il capo si avviò verso il cancello che dava accesso alla proprietà, e dopo aver aperto, lo spalancò.

Lì Carlo ebbe paura: stava per entrare in una casa sperduta con un ragazzo che sapeva già essere sadico e dominante.

Pensò di scappare per un attimo, ma poi cambiò subito idea; non aveva prove degli abusi che il ragazzo gli aveva fatto, mentre lui aveva ancora il video di Carlo che eiaculava in ufficio.

In un attimo avrebbe potuto perdere tutto, se solo l’altro avesse deciso di diffonderlo.

Così, quando il capo entrò nella casetta, lui lo seguì subito, e si ritrovò in un ambiente spartano, con un lungo corridoio che dava su diverse stanze. Il capo prese la terza a destra, che Carlo riconobbe come la camera da letto una volta che ci fu entrato.

Era molto semplice, con due comodini e le rispettive lampade, ed un tappeto da due soldi sul pavimento.

Il ragazzo si voltò verso di lui, e lo guardò intensamente negli occhi.

Carlo si avvicinò timidamente, e vide l’altro che pian piano modificava la sua espressione in un sorriso.

Era sicuramente il preludio a qualcosa di cattivissimo, pensò lui, mentre si avvicinava ancora, ma poi il capo spalancò le braccia, e lo avvolse interamente, attirandolo al suo corpo.( libri omosessualità maschile gay merch hashtag)

Stretto a lui, Carlo si sentì improvvisamente calmo. Le sue fortissime braccia lo cingevano, e lo costringevano a guardare verso l’alto, dove la grande faccia del capo lo osservava, ancora sorridendo.

Si fece in giu, e lo baciò dolcemente. La bocca di Carlo all’inizio era chiusa, ma il capo con le sue labbrone la spalancò, e ci inserì all’interno la lingua.

Cercò subito quella di Carlo, e una volta trovata la catturò, abbarbicandosi ad essa.

Il capo cominciò a sfiorargli i capezzoli, e subito il suo pene diventò duro. Si sentiva totalmente preda di lui, eppure stavolta la sensazione era diversa, perchè si sentiva anche coccolato, e al sicuro.

<<Stenditi, piccolo>> esclamò il capo, divincolandosi improvvisamente dall’abbraccio.

Carlo obbedì senza dire nulla, e si buttò sul letto. Non sapeva cosa aspettarsi, ma non rimase sorpreso quando il ragazzo gli abbassò i pantaloni da dietro, e cominciò ad accarezzare il suo culo sodo.

<<Ora rilassati, caro>> esclamò lui, con un tono dolcissimo. ( libri omosessualità maschile)

Carlo spalancò il sedere, perchè aveva imparato nelle settimane precedenti che se dilatava il più possibile il suo buco, sentiva più piacere e molto meno dolore.

Ma questa volta, non sentì entrare il pene del ragazzo, ma qualcosa di freddo e durissimo.

Voltò la testa, ma subito una mano del capo gliela schiacciò contro il letto, impedendogli di muoversi.

<<Stai fermo>> gli intimò lui, e Carlo cercò di obbedire il più possibile.

Avvertì l’oggetto sconosciuto che gli si infilava sempre più in profondità, e quando raggiunse la sua prostata, accadde qualcosa.

Gli sembrò di venire artigliato da braccetti meccanici, e immediatamente sentì una sensazione di intensissimo piacere.

<<AAAAAAAAAAAAAH>> urlò a perdifiato, senza avere la possibilità di muoversi.

Sentì il capo ridere dietro, mentre lui era terrorizzato, e non capiva cosa stesse accadendo.

Poi, improvvisamente, la sensazione cessò del tutto.

Carlo non aveva nemmeno la forza di alzarsi dal letto. Rimase a testa in giù, sconvolto da così tanto piacere.

<<Riposati>> esclamò il ragazzo, con tono premuroso.

Carlo provò a muoversi, ma gli ci volle qualche istante per riuscire a voltarsi. Quando il sedere poggiò sul letto, lui ebbe un’istante di terrore, temendo che con la sollecitazione il piacere immenso sarebbe ricominciato.

In piedi, di fronte a lui, c’era il capo, più imponente e dominante che mai.

<<Ti è piaciuto?>> gli chiese ridendo. Carlo notò che aveva in mano un oggetto metallico rettangolare, che sembrava una specie di telecomando.

<<Ora basta>> sussurrò lui <<Non mi importa delle conseguenze, ma ho finito. Hai superato il limite>>

Il ragazzo rise ancora di più. Rimase a fissarlo, battendo il grosso piede sul pavimento, mentre il suo bacino stretto ma muscoloso ondeggiava un pò.

<<Ancora non hai capito che sei mio?>> esclamò quello, sogghignando. Poi premette un bottone, e l’effetto fu immediato.

L’espressione di Carlo cambiò immediatamente, passando dal rabbioso allo spaventatissimo.

Una debole scarica elettrica gli attraversò l’ano, dandogli un dolore brevissimo ma intenso, che lo fece destabilizzare e cadere sul pavimento.

Carlo rimase a terra, di nuovo troppo stanco per muoversi.

Allora il capo, che stava di fronte a lui, si tolse le scarpe e poi i calzini, e piazzò i piedi ad un centimetro dalla sua faccia.

<<Lecca>> gli intimò poi.

Carlo obbedì senza pensarci. Avvicinò la lingua al piede destro, e cominciò a leccare l’alluce.

<<Mmmm>> esclamò il ragazzo, esagerando la sua reazione <<Sei proprio brava, schiava>> aggiunse poi, infilandogli il dito in bocca ancora di più.

Lo lasciò così per un minutino, a leccare la zona fra le dita, e poi si abbassò, e gli afferrò i capelli.

<<Alzati>> esclamò poi, perentorio, tirandolo leggermente in su.

Carlo obbedì, ormai impossibilitato a reagire.

Quando fu in piedi, tenne lo sguardo abbassato, ma il capo gli afferrò la faccia dal mento, costringendolo a guardarlo.

<<Non voglio che stai male>> gli disse poi a bassa voce, notando il suo sguardo triste <<Forse non ci crederai, ma ti ho scelto perchè mi piaci moltissimo. Ti ho voluto far provare come sarebbe essere il mio schiavo, ma non voglio costringerti>>

A Carlo si illuminarono gli occhi: che stesse dicendo la verità, almeno questa volta?

<<Oggi ci divertiamo, e alla fine della giornata ti rimuoverò lo stimolatore, e sarai completamente libero. Non dovrai più fare niente che non ti vada di fare>>

Carlo lo osservò, cercando in tutti i modi di reprimere un sorriso. Non voleva far capire al capo quanto sperasse che fosse vero, altrimenti se la sarebbe goduta ancora di più a deluderlo.

<<Va bene>> disse Carlo, tradendo un pò di emozione, con un mezzo sorriso.

<<Ma ora è il momento di divertirmi>> proclamò il ragazzo, con un’espressione fin troppo vogliosa.

Detto ciò, si tolse la maglietta.

<<Leccami il torace>> gli intimò subito <<Ti avviso, ogni volta che smetti di farlo sarai punito>>

<<Cosa intendi?>> si affrettò a chiedere Carlo, ma ebbe la risposta subito dopo. Il capo premette un bottone, e una nuova scarica elettrica gli attraversò l’ano, questa volta riempiendolo di dolore.

Riuscì a non cadere, e si vergognò moltissimo nel notare che aveva il pene eretto. E guardando il viso cattivo del capo, gli prudeva ancora di più.

Carlo si affrettò a leccare il petto del padrone, e notò che vista la differenza di altezza, gli riusciva estremamente comodo.

Il padrone si slacciò i pantaloni, e rimase col cazzo di fuori, turgido e pieno di sangue.

<<Leccalo>> gli ordinò con tono perentorio, e cominciò a tenere premuto uno dei bottoni.

Carlo avvertì subito un piacere forte ma non troppo intenso, piacevolissimo, che gli invadeva le cavità rettali.

Mugugnò, contento che per una volta il padrone volesse dargli del piacere.

Cominciò a baciare la punta del cazzo, e mentre lo faceva, sentì l’altro mugugnare dal piacere.

<<Continua, troietta>> esclamò il boss, e in quel momento sentì che il piacere aumentava. Erano delle scariche a intermittenza, sempre più forti, ma ancora sopportabili. Gli sembrava di non avere energie, e voleva abbandonarsi al piacere, ma sapeva quale sarebbe stata la conseguenza se non l’avesse soddisfatto.

Leccò sempre più forte, e presto sentì la lingua imperlata dal poco sperma che il pene stava perdendo.

<<Stai leccando tutto, puttana? Ficcalo in gola, muoviti!>>

Il capo afferrò la sua testa con entrambe le mani, e cominciò ad usarla come se fosse una vagina. Andò avanti e indietro, facendo sentire ogni volta il colpo all’uomo, che si sentiva quasi soffocare in alcuni momenti, ma stava godendo come un porco.

Il suo sedere si stava abituando ad essere così tanto sollecitato, e sembrava non averne mai abbastanza.

Ad un certo punto, però, il capo premette un altro bottone, e parte del piacere si trasformò il dolore.

La bocca di Carlo si serrò di scatto, avvolgendo ancora di più il pene.

In quell’istante esplose, rilasciando ingentissime quantità di sborra, e arrivandogli fino alla gola.

Carlo si staccò subito, ancora in preda al dolore, e ricadde per terra. In quell’istante gli venne da starnutire, e quando uscì il muco, si rese conto che aveva un aspetto perlaceo, e pensò subito che la sborra doveva essergli arrivata nel naso.

Tossì e sputò, ed in quel momento accadde.

Fu come se una lama di luce gli si fosse conficcata nella prostata, artigliandolo fino al profondo. Era un piacere immenso, quasi troppo grande da sopportare, e lo lacerò internamente, facendolo piangere.

Si abbandonò, e svenne.

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Quest’oggi vi propongo la storia di Filippo, ragazzo gay di firenze che si innamora inaspettatamente di un uomo napoletano conosciuto sul balcone, visto che è un suo vicino di casa. L’amore riuscirà a decollare? Leggiamo insieme questa storia gay firenze-napoli

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” Buongiorno pubblica in anonimo please. Vengo da Firenze e non sono dichiarato, mi chiamo Filippo e sono bisex, anche se ultimamente ho capito che mi piacciono di più gli uomini. Sono vergine e vorrei frequentare un ragazzo per relazione seria prima di dargli il mio cul*.

Insomma io sono un tipo bello alto, supero il metro e novantacinque, e ho sempre pensato di volere un uomo alto come me; l’altro giorno però, mentre stendevo i panni sul balcone, ho notato un nuovo inquilino al balcone accanto che non avevo mai visto. E’ decisamente basso, sarà 160 o anche meno, ma ha una barba nera curatissima, un fisico molto muscoloso, e quel giorno portava solo dei pantaloncini, era a petto nudo e io sono rimasto a osservarlo per almeno dieci secondi perchè mi ispirava.

Lui gira la testa a un certo punto e vede che lo stavo guardando, e mi sorride. Si avvicina al mio balcone e mi dice ciao, io sono di napoli e mi sono appena trasferito, mi chiamo Edoardo. Io mi sono presentato e ho sorriso, avvicinandomi a lui dal balcone, e ho detto che è un piacere avere vicini giovani, perchè qui è pieno di vecchie.

Lui ha riso di nuovo e ha detto: io vorrei conoscere meglio la città, avrei bisogno di qualcuno che me la mostri.

Ovviamente mi sono proposto, e la sera verso le 19 siamo usciti e abbiamo fatto un giro per Firenze. Gli ho mostrato i posti che per me sono più belli, e abbiamo parlato di tanti argomenti, il suo lavoro, cosa ci piace fare, quali serie tv guardiamo, e mi ha detto che lui ci tiene a fare nuove amicizie visto che si è trasferito.

Era bello stare vicini perchè lui mi arriva sotto il petto, e avevo molta voglia di abbracciarlo e coccolarmelo come un pelouche. Non avevo mai avuto questa voglia, ma mi è venuta con lui. A un certo punto stavamo fumando una siga e lui mi guarda, e mi dice che sono un gran bel ragazzo.

Li mi sono fatto avanti e l’ho baciato. Lui non si è tirato indietro, abbiamo giocato con le lingue e io gli ho preso la manina a un certo punto, ed è stato bellissimo, e il mio pene è diventato duro.

Poi però si è staccato e mi ha detto che ha una ragazza a napoli, deve essere fedele perchè la ama, però vorrebbe essere mio amico stretto perchè gli piaccio come persona.

Io ho detto ok ( e che dovevo dire?) e siamo rimasti che oggi pomeriggio usciamo di nuovo.

Cosa devo fare? Riprovo a baciarlo o lascio stare? A me piace tantissimo sento che potrei innamorarmi di lui subito”

Ma perchè ste situazioni a me non capitano mai? 😀 Comunque lui sembra molto hot e anche tu, alto come sei, cerca di capire se è bisex, gay o etero con fantasie, e direi bevete insieme vari cocktail, se deve succedere qualcosa succederà 🙂 Commentate con la vostra opinione su questa storia torrida gay napoli-firenze!

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Vi lascio la seconda parte della storia SOTTOMESSO AL MIO CAPO, GAY HOT PORN.

LEGGI QUI LA PRIMA PARTE SE TE LA SEI PERSA

Carlo diventa sempre più sottomesso al suo giovane padrone mulatto, e anche se ha una moglie a casa, si ritrova eccitato ad essere lo schiavo del suo boss, leggi subito GAY PORN IN PUBLIC

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Obbedì senza dire nulla, e si tolse le scarpe, e poi i pantaloni. Decise di lasciare su soltanto i calzini, e poi, dopo qualche istante di incertezza, abbassò anche le mutande, rivelando molti peli, ed un pene solitamente piuttosto grosso, ma che in quel momento era piccolo in modo imbarazzante.

Carlo sentì una risata, e voltandosi verso il capo vide che lo fissava con uno sguardo divertito.

Si sentì ancora di più umiliato ed in imbarazzo, ma decise di provare lo stesso a masturbarsi.

Cercò di pensare a sua moglie, distesa sul letto con le gambe aperte e con lingerie di pizzo indosso. Immaginò sè stesso venire sopra di lei, bagnarla completamente e sentire il suono delle sue urla, che esprimevano tutta la soddisfazione che era capace di provare.

Cominciò a sentire un fremito, e continuando a perdersi nei suoi pensieri, si toccò piano il pene, in modo calmo ed affettuoso, e poi sempre più rapidamente e quasi ferocemente.

Fu distratto da un rumore, e voltandosi si rese conto che il capo, ancora completamente vestito, si stava passando una mano sul cavallo dei pantaloni. Carlo si voltò dall’altra parte, cercando di recuperare la concentrazione, ma si rese conto con sorpresa che il suo pene era sempre più gonfio.

Continuò a toccarsi, provando un’eccitazione che solo raramente gli era capitato di provare fino a quel momento.

Sentì il membro che si stava bagnando, trattenendo una pressione sempre più imponente. Decise di girarsi di nuovo verso il capo, ed in quel momento i loro sguardi si incrociarono. Vide i suoi profondi occhi scuri che lo catturavano, ma rimase sconvolto nel notare che al di sotto dei suoi pantaloni, si stava formando una montagna molto prominente.

Continuò a toccarsi in modo sempre più rapido, finchè non esplose.

Un getto di sperma partì verso l’alto, disegnando un arco, e ricadendo verso il pavimento. Carlo rimase sconvolto nel saggiarne la quantità: non si ricordava di averne mai espulso così tanto.

Il capo gli sorrise, e subito dopo si alzò in piedi, con il pene ancora più grande dentro i pantaloni.

Si avvicinò, e gli posò una mano sulla spalla.

<<Ora puoi andare a casa, piccolo>>

Carlo non osò guardarlo negli occhi. Senza dire nulla, si asciugò lo sperma, si rivestì, e se ne andò.

Una volta a casa, trovò la moglie che lo aspettava, pronta a cenare.

La serata trascorse tranquilla, ma non fecero più sesso, poichè lei ormai era stanca, ed entrambi si sarebbero dovuti alzare presto la mattina dopo.

Si era messo il pigiama e stava per andare a letto, quando ricevette un messaggio su whats app da un numero che non conosceva.

Nell’istante in cui vide che era un video, una terribile paura lo assalì immediatamente.

Aprì il messaggio, e lo avviò.

Vide la scena che aveva vissuto poche ore prima: lui che si masturbava, completamente nudo, e andò immediatamente nel panico. Come se non bastasse, nel video non c’era traccia del capo.

Gli arrivò un’altro messaggio.

<<ORA SEI MIO>>

A Carlo prese un colpo, e subito pensò che era stato davvero uno stupido. Evidentemente il capo doveva averlo ripreso a sua insaputa, e ora aveva un video di lui che si masturbava sul posto di lavoro.

Era pieno di vergogna, e impaurito come non mai. (gay hot porn tube, gay porn in public movie)

<<Non ti ho dato il permesso di riprendermi>> gli scrisse, cercando di suonare il più risoluto possibile <<Cancella il video immediatamente>>

L’altro visualizzò immediatamente la risposta, ma non si degnò di replicare.

Quella sera Carlo quasi non riuscì a prendere sonno, pensando con timore a cosa lo aspettava il giorno successivo.

La mattina dopo, entrò al lavoro con dieci minuti di anticipo. Sperava di incontrare il capo da solo, ma non lo vide fino alle nove e trenta, quando tenne un’altra riunione con tutto lo staff.

Indossava un completo molto elegante, di colore blu elettrico. Cercò di incrociare il suo sguardo più volte, ma non ottenne nulla. L’uomo lo ignorò del tutto, lasciandolo a crogiolarsi nel terrore.

Attese fino alla fine del turno di lavoro, quando tutti gli altri se ne erano andati, e si diresse verso il suo enorme ufficio. Rimase di fronte alla porta quasi trenta secondi, cercando il coraggio necessario per bussare.

Alla fine si fece forza e battè il pugno contro la porta.

<<Avanti>> disse la sua voce possente dopo una decina di secondi.

Carlo entrò, e vide il capo seduto alla sua postazione. Appena lo riconobbe, quest’ultimo gli sorrise.

<<Salve, Cardarella>> esclamò quest’ultimo alzandosi subito in piedi. Si avvicinò a Carlo, senza smettere di fissarlo negli occhi, e quest’ultimo si sentì subito molto intimidito. Il capo torreggiava su di lui, e nonostante la sua giovane età, si sentiva quasi suo figlio.

<<Me l’ha scritto lei il messaggio, vero?>> esclamò poi, tentando di suonare minaccioso.

L’altro fece una faccia forzatamente sorpresa, palesemente falsa.

<<Di quale messaggio parli?>>

Carlo sbuffò.

<<Il messaggio con il video di quello che ho fatto ieri qui>>  disse poi a bassa voce.

Il capo sorrise.

<<Esiste un video di quello che hai fatto ieri?>> chiese il capo <<Cavolo, questo si che è un casino….per te, si intende….se finisse nelle mani sbagliate, e si scoprisse che ti masturbi in ufficio, credo che molte aziende non vorrebbero più avere nulla a che fare con te…e penso sarebbe anche piuttosto difficile da spiegare a tua moglie, non è vero?>>

Carlo era furente. Non sapeva cosa diavolo rispondere, avere la battuta pronta non era proprio nel suo dna. Si sentì ancora più umiliato del giorno prima, totalmente alla mercè di un ragazzo che aveva appena conosciuto.

<<Cosa vuole da me?>> sussurrò a denti stretti.

Il capo allargò il suo sorriso.

<<Tutto>> rispose semplicemente <<Ogni centimetro del tuo corpo, e possibilmente anche la tua mente. D’ora in poi sei mio, ma tranquillo, ti tratterò bene>>

Carlo non poteva crederci. Avrebbe voluto tirargli un cazzotto e scappare, ma quello che aveva detto era vero. Non poteva fare nulla, altrimenti tutti avrebbero visto quel video, e lui non sarebbe più potuto uscire di casa per la vergogna.

Non riusciva a fissare negli occhi il capo. Rimase in silenzio, senza sapere cosa dire e cosa fare.

<<Vedo che sei rimasto senza parole>> commentò l’altro, avvicinandosi a lui. Sentendo l’enorme presenza accanto, Carlo era tentato di indietreggiare, ma si disse che non sarebbe servito a nulla.

<<Non sono rimasto senza parole>> replicò lui, con un tono rabbioso <<Sono soltanto disgustato da quello che è disposto a fare per scopare>>

Il capo gli sorrise, e gli si avvicinò ancora di più. Gli prese un braccio, e con l’altra mano gli afferrò il viso, e lo spinse verso l’alto, costringendolo a guardarlo negli occhi.

Carlo osservò il suo viso lievemente effeminato che lo osservava, disteso e rilassato. La mascella era però serrata, e lo sguardo non lasciava spazio a fraintendimenti: quell’uomo era intenzionato a farlo suo.

<<Ti garantisco che quando avrò finito con te, sarai tu a pregarmi di farlo di nuovo>>

Carlo era molto scettico a riguardo.

Senza aggiungere altro, l’uomo fece scendere una mano sul suo petto, e cominciò a massaggiarlo. Con l’altra mano, invece, prese a solleticargli dolcemente la schiena, su e giù, provocandogli brividi tutt’altro che spiacevoli.

<<Basta>> sussurrò Carlo, cercando di allontanarsi dal corpo dell’altro.

<<Ma se ho appena cominciato…>> rispose l’altro, a bassa voce. Poi lo afferrò dai fianchi, e lo spinse contro il muro. Premette tutto il suo corpo contro quello del sottoposto, schiacciandolo sotto il suo peso, e cingendolo in modo molto forte, così che non potesse liberarsi in alcun modo.

Carlo si sentiva in trappola. Le mani del suo capo si muovevano rapide sul suo corpo, solleticandolo e giocando con lui. Si sentiva pressato, e avvertiva fortissimo l’odore dell’altro, molto maschile nonostante la sua apparenza leggermente femminea.

Il capo cominciò a giocare con i suoi capezzoli, prima piano e poi stringendoli sempre più forte tra le sue possenti dita.

<<Ahia>> esclamò Carlo, provando dolore. Immediatamente l’altro aumentò la presa, e lo spinse ancora di più contro il muro. Il capo si stava eccitando sempre di più, mettendo tra lui e il sottoposto un membro che ormai era sempre più ingombrante e gonfio.

Dopo qualche istante, le mani del capo scesero in basso, e cominciarono ad afferrare il pene di Carlo. Quest’ultimo si sentiva a quel punto totalmente sotto il controllo dell’altro, e trovava difficile non abbandonarsi alle sensazioni super complesse che stava provando.

Chiuse gli occhi, e rimase immobile, mentre il suo attrezzo si gonfiava. A quel punto il capo si chinò, e cominciò a baciargli il collo, leccandolo minuziosamente. Era strano avvertire quanto l’altro si stesse eccitando, cosa che poteva chiaramente intuire dalle dimensioni e dalla durezza del pene premuto contro i suoi pantaloni.

Stranamente, la situazione lo stava eccitando a sua volta. Si sentiva quasi libero, come se quello che stava accadendo non fosse per nulla colpa sua, e quindi non dovesse affatto sentirsi in colpa.

Aprì gli occhi, e vide che il capo si stava spogliando. Sotto la maglietta vide il fisico tonico che si aspettava, che appariva quasi scolpito nella pietra. Guardò l’altro, e quello gli sorrise.

<<Toglimi i pantaloni>> esclamò, risoluto come al solito.

Carlo non potè fare a meno di obbedire, e si accorse con sorpresa che la cosa gli dispiaceva molto meno di quanto si aspettasse.

Slacciò i bottoni con difficoltà, visto che le dimensioni del pacco rendevano i pantaloni compressi più del dovuto, e una volta abbassati, si ritrovò di fronte ad un paio di boxer che sembravano sul punto di esplodere da un momento all’altro.

Senza dire una parola, il capo gli mise le due mani sulle spalle, e cominciò a spingerlo verso il basso. Carlo intuì cosa lo attendeva, e per un singolo istante provò ribrezzo. Tentò di resistere, ma la forza del capo era decisamente più intensa, e dopo qualche istante si dovette abbassare all’altezza del pube dell’altro.

Cominciò a sentire un odore non troppo forte, ma che lui percepì come intensissimo e penetrante. Era un misto di sperma e pipì, nulla che Carlo non avesse mai sentito, ma era strano avvertirlo sapendo che non era il suo. ( racconto gay hot porn tube gif)

Il boss abbassò le mutande, e rivelò un pene che non poteva essere meno lungo di venti centimetri.Era circondato da peli radi e bassi, che lo facevano apparire come un torrione in mezzo ad un campo di erba alta. Era spesso e carnoso, e sembrava incredibilmente duro.

Carlo alzò la testa verso il boss, e vide il suo viso color caffè che lo fissava soddisfatto. I suoi occhi marroni trasmettevano piacere, e la bocca era leggermente aperta, indicando che era completamente rilassato.

A quel punto quest’ultimo lo spinse di nuovo in basso, e avvicinò la sua faccia al pene. Carlo avvertì l’odore sempre più forte, finchè non si trovò a un centimetro dal membro pulsante. Ebbe un istante di incertezza, poi senza pensare a nulla si fece avanti, e cominciò a baciarlo.

Afferrò il capo per le gambe, per sostenersi meglio, e prese a strusciare le labbra contro il pene. Si accorse subito che quest’ultimo stava diventando sempre più grosso e pulsante, e istintivamente estrasse la lingua.

Non sapeva bene come procedere, così cominciò a leccare ovunque, finchè ad un certo punto, il membro trovò naturalmente la strada per la sua bocca,e penetrò all’interno. Sentì che il capo faceva dei versi di piacere, e si accorse che anche il suo pene stava cominciando a diventare duro. Era stranissimo, ma decise che era stupido metterlo in dubbio. Se il suo pene era contento, allora voleva dire che doveva esserlo anche lui.

Il capo gli passò le mani dietro la testa, e la afferrò saldamente. Poi cominciò a spingere con tutto il bacino, occupando al massimo il volume della sua bocca, e arrivando a penetrargli la gola.

Carlo si sentiva completamente pieno, e avvertiva che l’altro stava godendo molto. Cercò di far lavorare la lingua, ma si rese conto che era bloccata di lato dall’enorme presenza nella sua bocca, schiacciata contro il lato interno della guancia.

Avvertì una sensazione di bagnato, mentre il capo continuava a spingere, sempre più rapidamente. Gli massaggiava il retro della testa con le mani, e in quel momento lui si sentì totalmente soggetto all’altro, ancora più di prima.

<<Lecca tutto, troia>> gli sussurrò il capo, e in quel momento avvertì l’esplosione.

Quasi venne spinto indietro per la potenza, e si sentì inondare dal liquido caldo, che lo invase completamente, cercando subito la via per la sua gola.

Si sentì mancare il fiato, e gli venne da tossire, ma lo sperma stava già scendendo lungo la sua gola.

Il capo si staccò da lui, e lo osservò con aria soddisfatta.

Carlo si stava rialzando, quando l’altro gli diede alcuni schiaffetti sulla guancia.

<<Brava, puttanella>>

Si sentì umiliato, privato della sua dignità, e prossimo a vomitare per l’ingente quantità di sperma che lo aveva invaso. Ma aveva anche il pene durissimo, e avvertiva un eccitazione incontrollabile.

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COMING OUT DAY 2021 CLOSET 2020

Quest’oggi vi racconto la storia di Gianni, che ha fatto coming out a cena con la sua famiglia, e le reazioni sono state assolutamente inaspettate. Scopriamo subito questo racconto di coming out day 2021, e che sia d’ispirazione per un coming out of the closet anche per tanti altri ! 🙂

uomo che pensa al coming out day, cosa significa nel 2020 e cos'è il coming out of the closet e outing

” Buonasera, mi chiamo Gianni e vivo a Milano, sono un dirigente famoso rispettato e conosciuto nel mio settore, e i soldi non mi mancano assolutamente ( ero già ricco di famiglia e col mio lavoro sicuro non sono sceso). Sono otto mesi che mi vedo con Fabrizio, che è un ragazzo stupendo, con occhi verdi e una barba biondina, e ogni volta che lo vedo il mio stomaco fa le capriole come la prima volta.

Ho organizzato questa cena per farlo conoscere ai miei genitori e alle mie due sorelle, e mia madre ha chiamato il catering del ristorante da asporto, e ha preparato tutta la sala grande per questa cena. Noi arriviamo verso le 8, e lui rimane stupito vedendo quanto è grande la villa dei miei, e mi dice: sicuro che mi accetteranno, visto che sono un manovale?

Io dico si, certo, e lo faccio entrare.

Lui si presenta con la mia famiglia che è stata gentile inizialmente, e lo squadrano da testa a piedi, e so già che le mie sorelle hanno notato che non è vestito firmato.

Il cameriere comincia a servire la cena quando ci sediamo tutti, e noi parliamo un pò del più e del meno. Mia madre gli ha chiesto da quanto stiamo insieme e cosa fa nella vita, e quando ha risposto che fa il manovale ho visto il loro sguardo che cambiava.

Mia sorella che è scema ha fatto una battuta, dicendo che le vacanze dovrò pagarle io per tutti e due, io le lancio un’occhiataccia ma poi la cena va avanti.

Io gli ho tenuto la mano da sotto il tavolo per tutta la cena, e mi faceva piacere che lui la stringeva forte. Quando la cena è finita abbiamo preso un amaro e poi lui è andato via.

Appena è andato via, mia madre ha cominciato a dire che sembra un bravo ragazzo ma che non posso stare con un manovale, dovrei stare con qualcuno del mio livello. Io non la penso così assolutamente, ma sono d’accordo tutti su questo, anche mio padre ha detto che non ci vede bene, e le mie sorelle non facevano che dire che non si veste firmato e che è un poveraccio.

Cosa devo fare? la mia famiglia riuscirà mai ad accettarlo?”

Che schifo leggere questo classismo nel 2021, io sono contrario, non lasciarti sfuggire questo ragazzo, l’amore deve andare al di la dei soldi!

E voi cosa ne pensate? Siete mai stati fidanzati con qualcuno che la vostra famiglia non approvava? Commenta questa stroia di coming out day, e spiegaci cosa ha significato per te il tuo coming out e outing of the closet!

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  • COSA SIGNIFICA COMING OUT?
  • COMING OUT, COS’E’?
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Commenta questa storia di coming out day e classismo, e lascia il tuo consiglio per questa coppia!

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Quest’oggi vi propongo la storia di un ragazzo fidanzato da 3 anni con la ragazza, che dopo una cena alcolica a casa dello zio di lei, finisce a letto con lui, orso gay assolutamente eccitante! Leggi subito questa storia GAY UNCLE BEAR A ROMA

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” PUBBLICA IN ANONIMO, mi chiamo Max e vengo da Roma, sto da tre anni oramai con la mia ragazza e stiamo parlando di andare a convivere. Due sere fa siamo andati a cena dallo zio di lei, un uomo sui quarantacinque alto almeno un metro e novanta se non di più.

L’avevo già visto altre volte ed è sempre gentile, la cena è andata bene, e siccome abbiamo bevuto tutti tanta sangria che aveva preparato lui, siamo rimasti a dormire nella camera degli ospiti( lui ha una casa molto grande a tre piani).

Durante la notte dovevo andare in bagno e sono uscito dalla camera in mutande, e ho fatto le scale per andare al bagno che mi aveva mostrato. Lo vedo uscire dal bagno, e rimango a fissarlo un attimo, aveva il torso nudo, molto peloso, e si vedevano le gambe spesse e i piedi nudi.

Lui mi sorride e mi chiede se va tutto bene, io dico sisi devo solo andare al bagno e gli sorrido.

Poi mi dice che è molto contento che sto con sua nipote, e si fa avanti per darmi un abbraccio. E’ stato molto imbarazzante perchè eravamo mezzi nudi e io gli arrivo al petto circa, avevo un suo capezzolo in faccia mentre mi stringeva.

Io dico anche a me fa piacere, comunque ti mantieni bene eh!

Dopo questo complimento vedo che lui cambia espressione, mi chiede se mi piacerebbe succhiargli l’uccello.

Io ci penso un attimo ma poi annuisco, si abbassa subito le mutande e vedo un pene non lunghissimo ma molto largo, e mi abbasso per ciucciarlo.

Lui fa avanti e indietro e mi entra in gola, io ciuccio finchè a un certo punto lui non mi viene tra la bocca e la gola, e sento il sapore della sua sborra.

Lui lo estrae e mi dice: Bravo nipotino, ora vai a letto che ci vediamo domani.

Da allora non smetto di pensare al suo pene e a quanto mi piacerebbe prenderlo dietro. Io sono etero da 4 anni, prima ho avuto esperienze in battuage che ci sono su Aprilia, Roma, Viterbo ecceteera, ma da allora niente più.

Ora mi è tornata la voglia ma siccome sono fidanzato non so…e se scrivo su instagram allo zio e gli chiedo di vederci di nuovo?”

Cavolo, situazione hot ma pericolosissima! E se la tua ragazza ti scopre? Io non so che consigliarti sinceramente 🙂

Commenta col tuo consiglio su questa storia hot di zio gay, gay roma

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PRIMA VOLTA ANALE OMO SESSUALE GAY

Buona domenica a tutti, oggi vi posto l’email di un uomo che ci racconta la sua prima volta anale omo sessuale, personalmente sono contento che per una volta non si tratti di un uomo sposato con donna, visto che la maggior parte dei messaggi e delle email che ricevo sono storie di infedeltà bisex! 😀

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” Bello il tuo sito, vorrei pubblicare la mia situazione in anonimo, sono di Reggio Emilia e sono single da anni ormai, col lavoro che faccio ho pochissimo tempo a disposizione per incontri, ed è difficile per me trovare qualcuno di interessante visto che ormai ho quarant’anni e molti cercano più giovani.

Comunque mi è capitato di chattare con questo ventenne che fa economia all’università, non molto muscoloso ma dalla faccia interessante, con una bella barbetta e gli occhi verdi, somiglia un pò a Gilles Rocca ma più giovane. Ieri appena staccato da lavoro gli scrivo se gli va di vederci, e lui mi dice che va bene, e mi manda la sua posizione.

Mentre guidavo con la macchina tremavo, ero molto teso perchè mi piace davvero cosa rara per me; quando sono arrivato a casa sua mi ha aperto la porta ed era completamente nudo, e io ho subito notato il suo pene duro, lungo quasi quanto il mio avambraccio. Ma sopratutto ho notato che è molto molto alto, dalla foto non si diceva e non aveva l’altezza sul profilo.

Lui mi dice : che bello che sei anche se sei bassino e si mette a ridere. Io mi sento umiliato, e gli dico si sono basso però sono solo attivo.

Lui dice : uhm non credo, perchè non prendi il mio cazzo in bocca?

A me andava quindi ho detto di si e ho cominciato a ciucciare, tra l’altro mi sono dovuto abbassare poco perchè già gli arrivavo all’addome praticamente.

Mi ha riempito la bocca e io quasi non riuscivo a respirare, e poi lo estrae e mi dice voltati.

Io dico di si, credevo volesse massaggiarmi, invece ha detto ora te lo infilo.

Io non mi sono mosso e ho annuito, lui si è infilato il preservativo, e senza avvisarmi quando era pronto, me lo ha schiaffato dentro.

Io ho mugolato come una vacca, non lo avevo mai provato dietro, e mi sono sentito così bene mentre ero riempito, ma mi faceva anche male e me ne fa tuttora.

Insomma ha fatto avanti e indietro per dieci minuti, e quando ha sborrato nel preservativo si è staccato e mi ha lasciato li sul letto mentre si lavava.

Gli ho detto se ci rivedevamo e ha detto che non sa, se lo imploro forse si.

Mi sento umiliato ma vorrei riprovare, non so chi si crede di essere ma a me piace…

Solo che ora sto notando che mi fa ancora male il sedere, e cammino male…E’ normale che dopo la prima volta anale mi faccia male ? Mi è piaciuto e vorrei rifarlo, ma forse è stata una cattiva idea farlo con un superdotato per la prima volta…Consigli?”

Mi viene da ridere perchè io un superdotato non lo prenderei a prescindere, figuriamoci la prima volta! Sicuro sei stato sconsiderato, ma il dolore credo passi a breve! Ma non sono un medico quindi forse dovresti interpellarne uno…! O magari nei commenti interverrà qualcuno a dire la sua 🙂

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Raccontaci la storia della tua prima volta anale, com’è andato il sesso gay omo sessuale la prima volta e se preferisci i superdotati, i normali o gli S!

GAY DOM:SOTTOMESSO AL MIO CAPO

Carlo è un uomo sposato piuttosto basso ma con un bel fisico, un giorno viene convocato dal boss nel suo ufficio, e gli viene fatta la proposta di inginocchiarsi e leccare i piedoni del giovane capo. Leggi subito questa storia a tematica gay dom, gay sub, slave e master, e alla fine dell’articolo commenta dicendoci la tua opinione sulla sottomissione gay e sui libri gay dom!

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Carlo scese dall’auto, e guardò l’orologio. Erano le nove e tredici, decisamente tardi. Quel giorno sarebbe arrivato il suo nuovo capo, e decisamente non era un il giorno giusto per presentarsi dopo l’orario di apertura.

Entrò nell’edificio, salutò rapidamente Ester, la donna che lavorava all’ufficio informazioni nell’ingresso, e prese l’ascensore.

Si osservò nello specchio di fronte a lui, e ne approfittò per controllare se i capelli fossero a posto. Sorrise. Nonostante avesse ormai superato da un pezzo i trenta, e fosse ormai più vicino ai quaranta, si reputava ancora attraente. Aveva limpidi occhi azzurri, con sopracciglia folte e nere sopra di essi, e un naso piuttosto prominente, seppur dotato di una certa eleganza. La sua mascella squadrata dava  al suo viso un perenne senso di decisione, che avrebbe anche potuto esercitare una certa soggezione negli altri, se non fosse stato per la tua altezza non certo generosa.

Si sistemò gli occhiali, e cominciò a pensare a quale scusa avrebbe potuto usare con il nuovo capo. Avrebbe fatto una figuraccia, e pensare che aveva anche messo due sveglie proprio per evitare quella situazione. Peccato che era riuscito a non sentirle entrambe.

Quando la porta dell’ascensore si aprì, osservò di fronte a sè l’ampio corridoio che portava ai vari uffici ed all’ampio open space dove si tenevano le riunioni. Tese l’orecchio per sentire qualcosa, e avvertì subito un chiacchiericcio provenire dalla sala principale.

Avanzò rapido, e una volta arrivato, vide i suoi colleghi riuniti attorno all’immenso tavolo, tutti in silenzio mentre un uomo che non conosceva stava illustrando qualcosa con l’aiuto di un proiettore.

Carlo rimase spiazzato nel vedere che l’uomo era in realtà un ragazzo. Portava un completo molto elegante, che insieme alla sua prorompente altezza, mascheravano in parte la sua età. Ma una volta osservato il suo viso, totalmente privo di barba, si capiva subito che non poteva avere più di ventinque anni. Ma come aveva fatto un ragazzo così giovane a diventare un senior dell’azienda?

Tutti si girarono nella sua direzione, compreso il boss.

<<Lei dev’essere il signor Cardarella>> esclamò quest’ultimo con un tono tra il neutro e il minaccioso <<Arriva sempre in ritardo, o solo quando arriva un nuovo superiore?>>

Carlo si sentiva molto imbarazzato. Abbassò lo sguardo, e rispose mestamente.

<<Mi dispiace, non accadrà più>>

Il capo gli lanciò uno sguardo glaciale.

<<Certo che non accadrà più, in caso contrario potrà alzarsi a che ora vuole, ma non avrà più questo lavoro>>

Carlo annuì mestamente, e prese posto. Qualcuno rideva intorno a lui, il che lo fece sentire ancora più umiliato.

Il capo ricominciò a parlare, ed espose gli obiettivi per il semestre successivo. Carlo non riusciva a concentrarsi, per via della pessima figura che aveva fatto. Ogni tanto riceveva occhiate dal senior, che contribuivano a farlo sentire ancora peggio. Lo osservò meglio: aveva labbra carnose, che insieme al suo colorito caffè gli fecero pensare che forse era parzialmente afroamericano. Aveva un naso alla francese, e zigomi alti. I suoi capelli erano scuri, e scendevano quasi fin sopra alle spalle. Non era un tipo molto maschile, ma emanava un aurea di potenza, forse anche a causa del suo fisico marmoreo.

Una volta terminato il discorso, il capo li lasciò a lavorare, e si diresse verso il suo ufficio; fu fermato da Cinzia, una delle colleghe con cui andava più d’accordo.

<<Dove eri finito? >> gli chiese, con un’espressione tra il divertito e il preoccupato <<Ti sei preso una bella strigliata, eh?>>

Carlo annuì tristemente.

<<Una bella figura di merda, già. Non ho sentito la sveglia. Anzi, le sveglie>>

Cinzia ridacchiò.

<<E io che credevo che avessi tardato per castigare la tua mogliettina…>> commentò, col tono di chi stava parlando di uno scandalo.

L’altro la guardò torvo.

<<Non te lo dovevo dire. E’ successo una sola volta, che diamine!>>

 Lei continuò a ridacchiare, e gli diede una pacca sulla spalla.

<<Dai, sto scherzando. Bè, mi sa che è ora di cominciare a lavorare, se il capo ci beccasse a perdere tempo ci licenzierebbe in tronco, mi sa >>

L’altro annuì, e si diresse verso l’ufficio.

Le ore seguenti trascorsero in tranquillità, finchè, verso le undici, Carlo decise di fare una pausa per fumare una sigaretta. L’ufficio disponeva di un piccolo spazio all’aperto, coperto da una tettoia e dotato anche di una macchinetta per il caffè. Non erano in molti a fumare nell’azienda, quindi spesso si ritrovava lì da solo, e aveva cominciato a considerarlo lo spazio in cui rifugiarsi quando era nervoso o abbattuto.

Uscì all’esterno, e vide una faccia che non si aspettava di vedere: quella del suo nuovo capo.

I loro sguardi si incrociarono. Carlo vide i suoi profondi occhi nocciola, e rimase interdetto, non sapendo cosa fare.

<<Ah, il ritardatario>> esclamò quello, con un’espressione seria in volto. <<Fumi anche tu?>>

<<Si>> replicò subito Carlo, rimanendo poi in silenzio, senza sapere cos’altro aggiungere.

Il capo aveva in mano una sigaretta ormai fumata per metà, e si era tolto la giacca che indossava prima. Portava solo la camicia, molto tesa dai possenti muscoli sottostanti.

Passò qualche istante senza che nessuno dicesse nulla, in cui Carlo si accese una sigaretta.

<<Allora, è tua abitudine arrivare così tardi a lavoro?Il capo precedente te lo lasciava fare?>> gli chiese il capo, con un tono piuttosto intimidatorio.

Carlo si mise subito sulla difensiva.

<<No, no, in realtà è una delle prime volte>> si affrettò a rispondere.

L’altro rise abbondantemente.

<<Certo, è ovviamente una coincidenza che tu sia arrivato in ritardo proprio oggi>> replicò con scherno.

<<Mi deve credere, capo. Comunque non succederà più, davvero>>

L’altro lo guardò negli occhi, ma non rispose per qualche istante. In quel momento Carlo si accorse che la loro differenza di altezza era davvero molta: gli arrivava a malapena al petto.

<<Comunque ho dato un’occhiata ai resoconti dello scorso trimestre, e i tuoi dati non sono per niente male. Devo ammetterlo, mi ha sorpreso che un piccoletto come te sia riuscito a procacciarsi così tanti clienti>>

Carlo era stupito. Da un lato era contento che il capo si fosse reso conto del suo buon rendimento, ma dall’altro si sentiva umiliato per essere stato definito piccoletto, anche se in realtà era proprio così.

Il capo dovette notare la sua espressione, perchè subito dopo gli mise una mano sulla spalla. Carlo si sentì totalmente messo sotto, sentendo l’enorme mano che gli ricopriva una vasta area del corpo.

<< Cavolo, mi dispiace se ti ho ferito>> esclamò con un tono che sembrava serio ma nascondeva una piccolissima vena di scherno appena percepibile <<Non sono esattamente un tipo da political correct>>

Carlo avrebbe voluto rispondergli a tono, ma sapeva di non potere, e di doversi controllare.

Così annuì.

<<No, ma si figuri>> replicò secco, cercando di sorridere.

L’altro gli tolse la mano di dosso, e gli lanciò uno sguardo di sfida.

<<Bè, raccontami qualcosa di te. Sei sposato?>>

Carlo fu sorpreso da quell’interesse nei suoi confronti, ma subito dopo pensò che probabilmente il capo stesse solo facendo conversazione.

<<Si, da sei anni ormai>> replicò, cercando di assumere un tono amichevole ma rispettoso <<E lei?>>

L’altro scoppiò a ridere.

<<No, no>> replicò con la bocca carnosa quasi del tutto aperta <<Diciamo che il matrimonio non fa per me. Preferisco avere rapporti più informali, diciamo>>

Carlo sorrise istintivamente. Il capo si stava confidando con lui sul fatto di essere un playboy?

<<Eh, la capisco>> replicò lui <<Prima di sposarmi, ero anche io così. Ho rimorchiato parecchie ragazze, quando ero più giovane, e con la maggior parte di loro era una cosa da una sera soltanto>>

Il capo gli lanciò uno sguardo interrogativo.

<<Prima cosa, non l’avrei mai detto. Mi sembravi un tipo smorto, uno da sesso esclusivamente dopo il matrimonio. E seconda cosa, chi ti dice che io stia parlando di ragazze, scusa?>>

Carlo rimase interdetto. Osservò il viso possente ma leggermente femminile del capo, e capì tutto. Doveva essere omosessuale. (gay dom master e gay sub schiavo nella sottomissione)

Si sentì spiazzato, sia perchè non l’aveva capito subito, sia perchè la cosa lo metteva leggermente a disagio. Non aveva nulla contro i gay, ma era strano che un suo superiore lo fosse, e soprattutto che fosse così alto in confronto a lui. Si sentiva in soggezione, ma in un modo strano.

<<Ah…>> fu tutto quello che riuscì a rispondere.

L’altro gli lanciò uno sguardo inquisitorio dall’alto.

<<Che vuol dire ah? >>

Carlo si sentiva in forte imbarazzo, e si affrettò a rispondere per non indispettire il capo.

<<Bè, a ognuno piace quel che piace, no?>>

L’altro continuò a fissarlo con un’espressione seria per qualche istante, poi improvvisamente sorrise. Carlo fu abbagliato dal suo sorriso a trentadue denti, magnetico ma in un certo qual modo bizzarro.

<< Bravo, mi è piaciuta questa risposta. Sei intelligente oltre che carino>>

Il capo aveva finito la sigaretta, e senza aspettare la risposta dell’altro, rientrò nell’edificio, lasciandolo perplesso ad interrogarsi su quello che era appena successo.

Il resto della giornata andò come al solito. Staccò dal lavoro verso le sette, e ritornò a casa.

Una volta varcata la porta, sentì un profumo delizioso, che probabilmente era di arrosto.

<<Michela?>> esclamò con un sorriso, percorrendo l’ingresso e dirigendosi verso la sala da pranzo.

Non ottenne nessuna risposta, ma appena entrato nella stanza vide sua moglie sdraiata sul divano in una posa provocante, e completamente nuda.

Nell’istante in cui vide la scena, sentì il suo pene che si induriva, possente come un blocco di acciaio nei suoi pantaloni. (racconto gay dom slave e gay sub master)

Adorava il corpo di sua moglie: era magra, grazie al suo straordinario metabolismo che le permetteva di mangiare quanto voleva senza ingrassare, ma con delle tette piuttosto grandi, che come misura oscillavano tra una terza ed una quarta, a seconda del reggiseno indossato.

Lei allargò le gambe, e lo fissò negli occhi.

Lui si eccitò ancora di più, osservando i suoi morbidi capelli biondi scomposti, che ricadevano ovunque.

<<Farcisci me, e poi l’arrosto>> disse semplicemente, e a quel punto Carlo avvertì il suo pene che cominciava a bagnarsi.

Si avvicinò, e la baciò con passione.

Si abbassò i pantaloni, pronto a penetrarla come un treno merci in una galleria larga giusto il necessario per farlo passare, quando sentì la suoneria del suo cellulare aziendale.

Carlo fece un’espressione stufa, ma dovette staccarsi dalla moglie, la quale aggrottò le sopracciglia, delusa.

Rispose al telefono, e sentì la voce del capo dall’altra parte.

<<Cardarella?>> esclamò con un tono determinato.

<<Si, capo?>> replicò lui, chiedendosi cosa diavolo potesse volere dopo l’orario di chiusura.

<<Mi serve che tu ritorni in ufficio, c’è una questione di cui dobbiamo occuparci>> sentì dire all’altro, con un tono che non lasciava molto spazio a repliche. ( GAY DOM E GAY SUB)

<<Ma….signore…ero appena rientrato a casa…>>

L’altro rispose con un tono ancora più inflessibile.

<<E’ meglio che tu non dica un’altra parola e che sia qui entro dieci minuti, Cardarella>>

Carlo mise giù il telefono con aria sconsolata, e guardò la moglie.

<<Mi sa che dovremo riprendere dopo. Il capo mi vuole in ufficio>>

<<Cosa?>> rispose lei, sopresa e delusa.

<<Mi spiace cara…. Ma non posso farci nulla…>>

Lei lo osservò per qualche istante, poi annuì.

<<Vai pure, ma non fare troppo tardi, o comincerò da sola….>>

Lui sorrise, sperando di poter riprendere da dove avevano lasciato quanto prima.

Circa venti minuti dopo, uscì dall’ascensore, e si diresse nell’openspace, dove c’era il capo ad aspettarlo. Aveva i piedi sulla scrivania, e stava guardando qualcosa sul tablet aziendale.

In quell’occasione a Carlo sembrò ancora più gigantesco di come gli era apparso la mattina: aveva gambe spesse, molto potenti, che apparivano un pò in contrasto con il torace teso per i muscoli, ma piuttosto stretto. Il suo colorito mulatto gli dava quell’aria esotica che rendeva quasi impossibile smettere di fissarlo.

<<Ah, finalmente sei arrivato>> esclamò il capo, senza minimamente accennare un sorriso, e alzandosi subito in piedi.

<<Ho fatto il prima che ho potuto>>

<<Siediti, purtroppo c’è qualcosa che devo dirti>>

Carlo fu immediatamente travolto dall’ansia. Cosa diavolo stava succedendo? Sperò che non fosse nulla di brutto.

<<Mi dispiace, ma vedendo tutti i resoconti oggi, ho deciso che dovranno esserci dei tagli all’organico>>

Per Carlo fu come ricevere uno schiaffo in faccia.

<<Cosa? Dice sul serio?>>

L’altro annuì gravemente.

<<Purtroppo ho deciso di licenziarti, Cardarella…Non avrei voluto, ma ho deciso di dare fiducia ad altri al posto tuo…c’erano tuoi colleghi insostituibili, e quindi ho dovuto tagliare dove si poteva farlo>>

A Carlo parve di svenire. Sua moglie era disoccupata da un sacco, e non potevano assolutamente permettersi che anche lui perdesse il suo lavoro.

Si alzò in piedi, e si avvicinò al capo, il quale parve sorpreso.

<<Non posso perdere questo lavoro>> gli disse sinceramente <<Non in questo momento>>

L’altro impostò un’espressione costernata.

<<Mi spiace, ma non posso tenere tutti. E la priorità andrà a chi fa qualcosa in più del dovuto>>

Carlo scosse la testa. Non era possibile che stesse accadendo a lui, prima di arrivare lì non si aspettava proprio di essere licenziato.

<<Ma….ci dev’essere qualcosa che posso fare….>>

Il capo rimase in silenzio alcuni secondi, come se stesse riflettendo.

<<Non lo so, dimmi tu cosa hai da offrire>>

Carlo riflettè, ma si accorse che non gli veniva in mente nulla. Era bravo nel suo lavoro, ma non aveva nessuna caratteristica che lo differenziasse davvero dai suoi colleghi.

Poi il capo cambiò espressione, rilassandosi decisamente, e facendo un sorriso.

<<Ho pensato io a qualcosa che potresti fare>>

<<Cosa?>> chiese Carlo, ansioso di trovare il modo di tenersi il suo lavoro.

<<Bè, una delle mie passione è guardare uomini etero che si masturbano>> disse con tono determinato, per niente imbarazzato, senza smettere di guardare il sottoposto negli occhi <<Credi di potermi aiutare?>>

Carlo rimase di stucco. Aveva sentito bene o se l’era immaginato? Attese qualche istante prima di rispondere, per evitare di fare scelte impulsive. Nel frattempo l’altro non smise di guardarlo, facendogli chiedere come diamine facesse ad avere una faccia tosta del genere.

Molte cose gli passarono per la testa: la prima fu l’umiliazione di trovarsi in una situazione così, ma poi cercò di vedere la questione in modo pragmatico. In fondo quell’uomo voleva soltanto osservarlo mentre si trastullava, e alla fin fine che male c’era? Non ci sarebbe stato contatto fisico, quindi la cosa poteva anche andargli bene. Poi pensò a cosa avrebbe voluto dire perdere il lavoro, e prese la sua decisione in un attimo.

<<Ok, lo farò>> disse d’impulso.

L’altro sorrise. Senza dire niente, si posizionò su una sedia ad un paio di metri da lui, e cominciò a fissarlo.

Carlo si sentiva fortemente in imbarazzo. Non si era mai spogliato completamente di fronte ad un altro uomo, e non era nemmeno sicuro che in quella situazione sarebbe riuscito a farselo venire duro.

Per qualche secondo rimase come paralizzato, poi lentamente cominciò a svestirsi. Mentre si toglieva la maglietta, sentiva il peso dello sguardo del capo su di lui come un macigno; lo ispezionava minuziosamente, con un’espressione imperscrutabile.

Una volta che Carlo ebbe esposto il suo torace peloso e abbastanza muscoloso, si abbassò i pantaloni, rimanendo in mutande.

<<Spogliati completamente>> gli intimò l’altro, senza mostrare nessuna emozione.

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GAY DRAMAS: MARRIED SERIES HOT

Lorenzo mi scrive per raccontare in segreto quello che è successo col suo amico Mario mentre guardavano una gay series dramas, sembra infatti che i due si siano avvicinati più del previsto, anche visto che sono sposati entrambi. Una storia di affetto gay in sardegna

due uomini fan dei gay dramas in sardegna, le migliori songs e series nel gay space

” Ciao io sono un uomo sposato con figli quindi pubblicate assolutamente in anonimo.

Mi chiamo Lorenzo e sono un uomo atletico e ben tenuto della sardegna anche se ho 40 anni, e ho tanti amici, tutti etero, non ho mai voluto avvicinarmi agli amici gay della mia ragazza perchè mi davano fastidio.

C’è un amico che si chiama Mario che viene spesso a casa mia, giochiamo alla x box e guardiamo serie tv, in particolare vedevamo Games of thrones, e l’altro giorno ne stavamo cercando una nuova da vedere, e siccome avevo sentito parlare a lavoro di Elite, abbiamo messo quella.

Abbiamo visto tante puntate di seguito perchè la serie è davvero bella, ma quando sono arrivate le parti gay io mi sono imbarazzato.

Lui l’ha notato e ha detto: Vabbè che problema c’è, è una cosa interessante.

Io mi sono stranito e ho chiesto: Ah si?

Lui ha detto : si, perchè no, io vorrei provare a darlo un bacio a un maschio, così per divertimento

Io ho guardato da un altra parte, e non ha detto niente più nemmeno lui.

Poi si sposta dalla poltrona al divano dove stavo io e mi si mette vicino.

Io gli sorrido e gli dico che comunque la serie è bella, e lui allora prende e mi bacia senza dire niente.

Lui ha la barba e mi ha graffiato, ma quando le nostre labbra si sono toccate io mi sono sentito benissimo, anche se non ho ricambiato il bacio.

Poi lui si è staccato e mi ha detto: hai visto, cosa sarà stato mai?

Io ho riso un pò imbarazzato, ma alla fine non mi è dispiaciuto.

Passa un’altra mezz’ora e lui mi dice che gli è venuta voglia di abbracciarmi vedendo la serie. Io ho detto che si poteva fare, ci siamo abbracciati già altre volte quando abbiamo vinto la partita a calcetto ad esempio.

Ma quella volta è stato diverso, mi ha stretto forte a sè, ho sentito il suo odore che è buono, e poi mi ha passato la mano sul petto e sul capezzolo.

Lui poi si è staccato, e mi ha guardato negli occhi. Io ero imbarazzato, ma mi è venuto da dirgli che gli voglio molto bene come amico, che è la verità anche se non gliel’avevo mai detto.

Lui mi ha sorriso e mi ha detto che anche lui mi vuole bene, e se mi andava che da quel momento ci abbracciavamo molto più spesso.

Io ho detto perchè no, un abbraccio tra amici è bello, ma non lo facciamo quando ci sono le nostre mogli magari.

Lui ha detto ok e poi ci siamo presi una birra.

Io dopo quella giornata non so che pensare, tengo tantissimo alla sua amicizia e mi è piaciuta anche la nostra vicinanza e lo toccherei di nuovo volentieri con un abbraccio, ma non capisco se lui intende qualcosa di più. Stamattina appena mi sono svegliato mi sono trovato a pensare come sarebbe se ci abbracciassimo nudi, e il mio pipino è diventato duro. Non so cosa pensare, voi ci capite qualcosa?”

Guarda, ti dico solo che leggendo il messaggio mi sono alquanto eccitato 😀

Ti consiglio di esplorare la cosa ma con calma, comunque sembra davvero bella e sincera la vostra amicizia.

Voi cosa ne pensate? Lascia un commento su questa storia di affetto gay

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